Nei romanzi gialli c’è chi semina prove e indizi per sostenere una colpevolezza o costruire un alibi. Ma nella realtà può anche succedere che si piazzino dubbie testimonianze, deboli prove, mezze ammissioni per orientare chi indaga, i mezzi di informazione e l’opinione pubblica in direzione della colpevolezza; ma è tutto fasullo, in modo da sfruttare poi con tutti i mezzi la non colpevolezza quando la loro verità emergerà sparando ad alzo zero su chi c’era cascato.
Sarebbe compatibile con le modalità di azione della cosiddetta bestia.
Uno si tira fuori ammettendo fragilità esistenziali e chiedendo scusa al padrone ma non alle fragilità altrui che ha creato con notizie false, semine d’odio, cattiverie e derisioni.
Il padrone lo comprende e lo perdona, ma non pronuncia nemmeno una parola di rispetto per chi ha subito le azioni nefande.
Tutto troppo “per bene” anche se solo tra di loro, troppo effetto calamita (come sta succedendo) per una diffusa e trasversale comprensione con una pioggia inquietante di “io perdono”, sebbene non abbiano mostrato sensibilità verso le vittime.
Ma se lo avessero fatto non potrebbero riaprire la gabbia della bestia.
Così invece possono rifarlo.
Spero di sbagliarmi…